lunedì 30 novembre 2015

Storia della matematica - 2^ puntata

Con la maestra Cristina, abbiamo continuato il lavoro sulla Storia della Matematica, iniziato diversi giorni fa nella prima puntata.

Eravamo rimasti al momento in cui l'uomo aveva inventato il sistema per "contare" le pecore del suo gregge, utilizzando i sassi.
Passò il tempo...ma presto l'uomo si rese conto di avere un problema.
I sassolini che utilizzava per contare le pecore o gli oggetti si potevano perdere facilmente e i conti non tornavano. 
Alcuni uomini allora decisero di prendere un po' di argilla e costruire dei "sassi artificiali": facevano una pallina rotonda per ogni sassolino. 
Così se gli cadeva una pallina d'argilla si accorgeva più facilmente: non si poteva confondere con la natura!

Decisero di chiamare questi speciali sassolini CALCULI (da qui deriva il nome dei calcoli che facciamo in matematica!).

Abbiamo provato anche noi a costruire dei calculi in classe, utilizzando il das.





Li abbiamo poi usati per contare gli oggetti, ad esempio i mandarini.




Ma ben presto, gli uomini trovarono un altro problema.
Quando si possedevano troppi calculi, si potevano perdere facilmente. I calculi infatti erano troppo piccoli e a volte uscivano dalle tasche.

I calculi erano troppi: bisognava trovare un modo per utilizzarne di meno, ma dando ad essi più valore. Per questo gli uomini iniziarono a raggruppare i calculi, unendoli insieme e formando dei CONI.

Decisero che il sistema migliore per raggruppare era quello di unire 10 CALCULI tra loro, cioè tanti quanti LE DITA DELLE MANI.
All'inizio non è stato facile mettersi d'accordo sulla quantità di calculi da raggruppare: ogni tribù sceglieva il suo modo e poi era difficile capirsi.
Ma poi il sistema di unire tanti calculi quante erano le dita delle mani è stato subito capito ed utilizzato da tutti gli uomini: era facilissimo da fare!

Con questo sistema, per esempio, se un uomo aveva bisogno di 15 mandarini, doveva andare al mercato con un cono e cinque calculi.

Anche noi abbiamo provato a costruire i coni: eravamo in coppia, uno appoggiava le due mani aperte sul tavolo e l'altro posizionava vicino i calculi corrispondenti. Poi quando erano lo stesso numero delle dita delle mani li univamo formando dei sassi grossi e allungati.






Abbiamo poi utilizzato i coni per contare i mandarini al mercato.





Ecco le immagini di alcuni calculi e coni del neolitico, che abbiamo trovato su internet.



La storia della matematica continuerà nella prossima puntata...


venerdì 27 novembre 2015

Hello Malta!!!

Giovedì 12 novembre ci siamo ricollegati con una scuola di Malta, tramite Skype.
Stavolta il collegamento è andato bene, anche se un momento è saltata la linea. Però ci siamo visti e sentiti benissimo!


Appena ci siamo collegati, alcuni bambini ci hanno fatto delle domande:
  • "Come vi chiamate?"
  • "Quanti anni avete?"
  • "Come mai voi non portate l'uniforme?"

Abbiamo risposto dicendo i nostri nomi e abbiamo spiegato che da noi non si usa l'uniforme a scuola, ma un semplice grembiulino nero sopra i vestiti (che però quel giorno non indossavamo perchè c'era motoria!).

Abbiamo notato che loro, invece, indossavano un'elegante uniforme, diversa da quella che avevamo visto l'altra volta.
La maestra Ethel (si chiama così la maestra di questa classe) ha chiamato due dei suoi alunni e li ha inquadrati dalla testa ai piedi, per mostrarci com'era la loro uniforme: camicia bianca, pantaloni scuri, gilet e cravatta!
Chissà che fatica tutte le mattina doversi fare il nodo prima di andare a scuola!




Poi un bambino si è avvicinato e ha iniziato a parlarci in italiano. Dovete sapere che a Malta solo poche persone parlano l'italiano. Le loro lingue sono due: il maltese e l'inglese (che loro parlano benissimo, fin da piccolissimi, anche con i genitori).
Questo bambino, invece, parlava italiano davvero bene. Si chiamava Rodrigo e ci ha raccontato alcune cose su di lui. Eccolo anche nella foto.


Per ricambiare il gesto che avevamo fatto noi l'altra volta, ci hanno anche cantato una canzone molto bella: "What a wonderful world". Peccato che proprio in quel momento sia caduta la linea!


Ma le maestre sono riuscite a farci ricollegare con loro. A quel punto alcuni di noi hanno fatto delle domande ai bambini maltesi...in inglese!


 E' stato divertente: noi facevamo le domande in inglese e ascoltavamo le risposte. Loro invece ce le facevano in italiano! E' bello lavorare così: noi possiamo imparare meglio l'inglese e loro la nostra lingua!


Purtroppo poi loro dovevano scollegarsi perchè finiva l'ora con la maestra Ethel, così abbiamo deciso di ricollegarci un altro giorno, magari prima delle vacanze di Natale, per fare loro gli auguri.
Peccato, avevamo ancora molte domande da fare e molte idee, come: cantare un'altra canzone, mostrare loro il nostro blog, sventolare la bandiera di Malta che per l'occasione avevamo preparato e che ci siamo dimenticati di tirare fuori...
Sarà per la prossima volta!




giovedì 19 novembre 2015

The wizard of oz ( chapter III)

Nel terzo capitolo, letto dalla maestra questa mattina , durante la lezione di italiano, Dorothy una ragazzina proveniente dal Kansas e perdutasi nel mondo di Oz in seguito ad un cicloneaveva deciso di recarsi dunque dal meraviglioso mago di Oz per chiedergli di poter essere rimandata a casa.
Durante il cammino, in compagnia del suo amico fidato Totò, incontra lo Spaventapasseri, che si credeva sciocco, perché al posto del cervello, aveva della paglia. 
Tutto ciò, lo rendeva triste ed infelice. 
Per questo motivo, Dorothy, gli propose di incamminarsi con lei, verso la città degli Smeraldi, per chiedere al potente mago di Oz un cervello. 
I due si misero dunque in viaggio, desiderando esaudire i loro desideri.


Un piccolo "pezzo", doppiato del film.



Infine il nostro lavoro.









Come attività conclusiva, abbiamo costruito lo Spaventapasseri.
Ecco le fasi di progettazione.





The wizard of Oz ( second chapter).



Nel secondo capitolo,letto dalla maestra Monica, Dorothy, incontra dei personaggi piuttosto bizzarri...
I SUCCHIALIMONI ,piccoli ometti vestiti d’az­zurro, che la accolgono con gran gioia, per un motivo ben pre­ciso: la sua casa, nell’atterrare, ha schiacciato la perfida Strega del­l’ Est che teneva sotto il suo malvagio potere quel paese delizioso.



 Ed ecco l'attività che abbiamo svolto in classe, dopo aver ascoltato la lettura.





La Ziqqurat.

Quest'anno durante le lezioni di Storia, affronteremo differenti argomenti con la maestra Monica, tra cui le civiltà dei fiumi.

I Sumeri, la prima civiltà che stiamo studiando si sviluppò intorno al 4000 A.C. in Mesopotamia, in una piccola zona chiamata Sumer, ovvero "Paese coltivato". Il termine Mesopotamia significa invece "terra in mezzo ai fiumi", la Mesopotamia è infatti situata tra i fiumi Tigri ed Eufrate.



I sumeri impararono presto a convivere con il territorio dove si erano insidiati risolvendo brillantemente i problemi di inodonazioni attraverso la costruzione di argini e canali e bonificando le paludi rendendo il terreno fertile e coltivabile adatto soprattutto alla coltivazione di cereali come orzo e grano, lenticchie e datteri e anche lino e sesamo da cui ricavavano tessuti e olio.


I Sumeri furono i primi edificatori di città e le più importanti città Sumere furono Ur e Uruk

Le città erano governate da un re aiutato da sacerdoti e funzionari, nelle città abitavano mercanti e artigiani mentre i contadini abitavano all'esterno della zona urbana, che era fortificata con alte e solide mura di mattoni a scopo difensivo, all'interno di piccoli villaggi.

Il punto più importante della città era la Ziqqurat, una grandissima torre a più piani sulla cui cima si trovava un tempio che di giorno veniva usato dai sacerdoti per le celebrazioni del culto degli dei e di notte veniva utilizzato come osservatorio astronomico.
La base della ziggurat era invece utilizzata come magazzino per conservare il cibo e le risorse della città.
I Sumeri erano politeisti, ovvero credevano nell'esistenza di tanti dei e ritenevano che l'uomo fosse stato creato da questi dei perchè li venerasse.
Le divinità più importanti dei Sumeri erano:

Anu: dio del cielo
Enlil: dio dei venti e signore della terra
Enki: dio delle acque
Shamash: dio del sole e della terra
Ishtar: dea dell'amore e della guerra.

In pratica i sumeri identificavano in queste forme divine le forze che governavano la loro vita cercando di renderle più vicine, comprensibili e magari "addomesticabili". Per quanto politeisti i sumeri non erano comunque fatalisti, ovvero non affidavano semplicemente al destino la spiegazione degli eventi e svilupparono delle doti umaniste di fondamentale importanza nello sviluppo delle civiltà future, inoltre si distinsero per una serie di invenzioni e intuizioni che ne dimostrano pienamente lo spirito vivace e l'intelligenza brillante e attenta.

Tra le invenzioni e le scoperte dei sumeri troviamo:
  • la scrittura - ovvero un sistema di comunicazione che permise di sostituire la cultura orale con quella scritta e porre le basi per una civiltà sempre più evoluta e sofisticata. I Sumeri usavano la scrittura cuneiforme e imprimevano i cunei con uno stilo su una tavoletta di argilla fresca che successivamente veniva fatta essiccare.

  • L'aritmetica, la geometria e l'astronomia - I sumeri si dimostrarono abilissimi astronomi e grazie ad uno studio attento e preciso furono i primi a dividere l'anno in dodici mesi e il giorno in 24 ore. Il sistema numerico da loro adottato utilizzava una base di 60 e non di 10 come il nostro, questo è il motivo per cui le ore furono divise in 60 minuti e i minuti in 60 secondi.

  • La ruota - la ruota fu un'invenzione straordinaria per lo sviluppo delle città, attraverso l'utilizzo della ruota i trasporti divennero più veloci e si poterono coprire distanze commerciali prima impensabili.
La ruota era già stata inventata nel periodo neolitico ma il suo utilizzo era stato limitato ai vasai che le utilizzavano come tornio per creare contenitori e recipienti, l'intuizione dei sumeri permise di applicare il principio rotatorio della ruota e quindi di utilizzarla nei mezzi di trasporto. Le ruote dei Sumeri erano di legno pieno, successivamente altri popoli le perfezionarono creando le ruote a raggi che risultando più leggere si dimostrarono anche più veloci.

I carri dei sumeri erano trainati da animali simili ai nostri asini che si chiamano onagri e che ancora oggi si trovano nell'attuale Mesopotamia.

Risultati immagini per immagini di onagri


Da qui siamo partiti, ed abbiamo costruito la nostra ZIQQURAT.
Il materiale utilizzato è stato:
  1. tre scatole di scarpe di misure differenti ( Una grande, una media e una piccola);
  2. Un foglio di carta da pacco.
  3. Colla;
  4. Nastro di carta;
  5. Forbici, righello, matita, pennarello nero;
  6. Cannucce di plastica e stuzzicadenti.
Ecco le fasi della  progettazione.




















Le prime iniziano a prendere forma.




Proseguiamo costruendo le scale, per la nostra  Ziqqurat.





Ecco le nostre Ziqqurat!!! Che capolavoro.