Le acque del fiume Nilo, durante le inondazioni, avrebbero potuto anche distruggere raccolti e città. Per evitare tutto ciò gli Egizi usavano una serie di dighe, di canali e di bacini artificiali.
I bacini venivano costruiti intorno alle acque del fiume. In seguito alla sua inondazione il bacino si riempiva e copriva di limo il terreno al suo interno. Una volta che il bacino era pieno, l'acqua veniva fatta defluire a livelli inferiori per fertilizzare anche questi e, infine, veniva incanalato nuovamente verso il Nilo.
I chicchi di frumento venivano macinati dalle donne sfregandoli tra due pietre fino ad ottenere la farina che veniva mescolata con datteri, miele e uvetta e serviva per preparare pane e dolci.
Gli Egizi coltivavano soprattutto frumento, poi legumi, ortaggi e frutta.
Lungo il Nilo cresceva una vegetazione molto ricca. Si trovavano palme da datteri, tamarindi, acacie, fiori di loto e il papiro che ebbe un ruolo molto importante nella diffusione della scrittura.
I terreni coltivati, in teoria, come tutti i terreni del paese appartenevano al faraone. Essi erano, però, assegnati ai ministri e ai governanti dei vari distretti che ben presto ne disposero come una proprietà personale.
I confini dei campi erano segnati con delle stele sulle quali erano indicati il nome del proprietario, la data del passaggio di proprietà e una breve descrizione. Queste stele erano considerate sacre e chi le manometteva era sottoposto a gravi punizioni.
I terreni erano coltivati dai contadini. Essi erano legati alla terra di padre in figlio.
Il loro signore poteva disporre di loro come voleva, anche mediante testamento, insieme alla terra e al bestiame.
I contadini, oltre a coltivare i campi e a custodire il bestiame, dovevano anche svolgere altri lavori come scavare i canali, trasportare le pietre, produrre utensili.
Durante le prossime lezioni, scopriremo altri aspetti della vita del popolo egizio. Non vediamo l'ora!!!
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